mercoledì 4 aprile 2018

avere l'illusione di essere amici di quel volto apparso all'orizzonte e svanito alle tue spalle, e di sensazioni così se ne ripetono con la frequenza di un passo spedito o da rilassante passeggiata, le sagome si confondono, solo in ultimo nel breve lasciano trasparire un'identità spezzata, intermittente, discontinua, comunque già così è ben per loro, la mia di identità è ridotta al minimo o svanita, un fantasma? un invisibile? forse più giusto dire un osservatore, testimone dei nostri tempi, penso che solo gli ambulanti, gli elemosinanti e Luigi Posta, mio amico, hanno una visione maggiore della città, della sua vita, del suo malessere, malinconia o noia, fate voi ... eppure rimanere seduto su una panchina, scrivere, respirare, dare spazio ai propri pensieri mentre intorno a te la vita scorre, le persone transitano, il traffico mi illumina, l'imbrunire si carica di suggestione, bene, di tutto ciò, non mi posso lamentare, mi lascia alle spalle momentaneamente le mie fragilità, le mie opposizioni, in ciò c'è del fresco nella giornata che passa, replicandosi nel domani, nel portare compagnia di presenza silenziosa in tutto quello che gira vorticosamente intorno a te, chiudere gli occhi ed essere dentro ... ed ops, ecco gli otto rintocchi della reggia che mi annunciano l'ora del ritorno, della cena, della partita, il tempo è scaduto, il teatro per me si chiude di già, lo si apre domani stessa ora, stessa presenza, stesso Santulli, stessa Caserta ...

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