giovedì 15 marzo 2018

è così che si riconobbero ... era il periodo delle giornate corte, del tutti vincenti in campionato, degli inizi dei sospiri estivi postdatati; la piazza non era ancora addobbata, la gente iniziava a diventare fuggiasca, intorpidita nei pensieri di inizio settimana; Lei era nell'età magica, sai quando hai tutta la vita avanti a te, Lui era nell'età della consapevolezza, di chi cerca il salto di qualità, entrambi erano in cerca della propria strada di crescita ma ben sapevano che da soli sarebbero arrivati prima o poi alla propria saturazione, serviva uno scambio di binario, serviva far incontrare due rette apparentemente parallele, trasformate parallele nella forma dal mostro del conformismo ma mai nell'animo. Era così che il sentire andava oltre ogni barriera, anche quelle del non linguaggio verbale, la presenza in quel frangente era la sola cosa disponibile, la presenza discreta e silenziosa, oltre sarebbe stato di più, di troppo, bastava un saluto in un incrocio di sguardi furtivi che preannunciava una voglia di maggior scambio; e la comunicazione dava spazio ad una miriade di sensazioni, a volte con dolci note, altre di fuga senza respiro; in ogni caso non se ne poteva fare a meno, alla mancanza sarebbe seguito solo il caos, il ritorno al primordiale, ecco il loro pensiero estremo era, perchè buttare via l'ordine? Equilibrio, era la ricerca di equilibrio la loro prerogativa, il dare un sapore fermo ad una coerenza selvatica, il trovare il giusto tempo ad una danza ballerina in un coordinarsi senza troppi giri di parole, erano prerogative vitali, era ciò che si auguravano quando si scrutavano come dolci sognatori di un possibile amore ... ed è così che si riconobbero.

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