domenica 16 aprile 2017

essere soli?

La solitudine è bella, anzi no, è brutta, ma a pensarci bene è anche bella, forse … la solitudine è la condizione ideale per far succedere le cose, è un brutto che si sta trasformando in bello, a condizione che noi lo vogliamo, che decidiamo ad un certo punto, al momento giusto di cambiare pelle, con pazienza, tutto qui … la solitudine vista perciò come un potenziale che si ravviva, che ci prepara, che ci forma e modella, la solitudine vista come un abbraccio alla propria persona, un atto di amore incondizionato verso i propri tormenti, le proprie turbolenze ma anche le proprie belle sensazioni e rimanere ad ascoltare le zone interne, le zone periferiche, quelle a volte desolate, a volte accantonate … la solitudine un banco di prova per tutto il genere umano e non per portare lo sguardo sull’inafferrabile, sull’imponderabile, sull’etereo avendo a portata un filo diretto con il tessuto della realtà, con i suoi avvenimenti ed accadimenti, una connessione ed un’intesa prioritaria raggiungibile solo in questa modalità … ed ecco che intorno a noi il filo d’erba trova spazio la nostra ricerca d’osservazione armoniosa, il canto del merlo ha una funzione strategica nel nostro ascolto di pace, l’odore della terra ci riconduce dove tutto è fecondo ed è pronto a sbocciare … un tuffo perciò, la solitudine un trampolino di lancio nel mondo che conta, dove si prendono le decisioni vere, che influenzano lo scorrere del tempo e dei tempi; potersi sedere al tavolo e sorseggiare la vita dal luogo privilegiato, senza se e senza ma, senza ne padroni ne vincitori, con il Mondo intero dentro il proprio cuore …

(foto di Simona Sanzi)


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